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Storia
Il concetto moderno di un passaporto multi-viaggio e multi-destinazione emesso solo dalla nazione a cui appartiene il portatore risale solo alla metà del XX secolo. In precedenza potevano generalmente essere emessi da qualunque nazione per qualunque persona, ma solo per un periodo di tempo molto limitato e, generalmente per un singolo viaggio. In questa maniera i primi passaporti erano più simili ai moderni visti d'ingresso che agli attuali passaporti, la cui funzione primaria è di provare l'identità e la nazionalità del portatore.
Il termine passaporto ha probabilmente avuto origine non dai porti di mare, ma dai documenti medievali richiesti per attraversare le porte delle mura cittadine. Nell'Europa medievale questi documenti potevano essere emessi per qualunque viaggiatore dalle autorità locali e generalmente contenevano una lista di città e paesi attraverso i quali il portatore poteva passare. Questo sistema è proseguito, per esempio, in Francia fino agli anni 1860. In questi periodi spesso i passaporti non erano richiesti per i porti di mare, che erano considerati punti di commercio liberi, ma erano richiesti per viaggiare da essi fino alle città dell'interno. Spesso, ma non sempre, contenevano una descrizione fisica del portatore, le fotografie furono aggiunte solo nei primi decenni del XX secolo.
Passaporto italiano del 1937 dello scrittore Vittorio Malpassuti
In seguito alle guerre mondiali, prima la Società delle Nazioni (International Conference on Passports, Customs Formalities and Through Tickets - Conferenza Internazionale sui Passaporti, Formalità Doganali e biglietti combinati, 1920), e più tardi le Nazioni Unite e l'ICAO emisero linee guida standardizzate sulle caratteristiche e l'aspetto che dettero forma ai passaporti odierni (ISO/IEC 7810 ID-03).
Negli anni recenti ci sono state spinte per l'introduzione di informazioni biometriche nei passaporti per aiutare a migliorare l'accertamento dell'identità. Non è al momento certo se questa tecnologia sia sufficientemente sviluppata e precisa per questo compito. Per esempio gli Stati Uniti hanno per due volte ritardato l'introduzione di questa tecnica a causa di risultati scarsamente affidabili.
Tipi di passaporti
Oltre ai documenti di viaggio rilasciati dalle autorità delle singole nazioni ai loro cittadini per l'espatrio, esistono particolari tipologie di passaporti speciali.
I funzionari delle Nazioni Unite sono dotati di lasciapassare (Laissez Passer) emessi dall'ONU che conferiscono ai portatori alcune immunità.
Laissez Passer
Per il personale diplomatico vengono emessi passaporti diplomatici (o "passaporti neri") che li identificano come rappresentanti diplomatici del loro paese. Possedere un passaporto diplomatico solitamente conferisce immunità diplomatica, e quindi l'esenzione da certe formalità (per esempio i bagagli non vengono perquisiti) e altre immunità dalle leggi locali. I passaporti diplomatici sono rilasciati ai funzionari di rango delle ambasciate, dei consolati e dei consolati onorari e in particolari circostanze possono essere rilasciati anche a privati cittadini.
I passaporti di servizio sono versioni leggere o ridotte dei passaporti diplomatici rilasciati, per esempio, al personale di pubbliche amministrazioni che presta servizio all'estero senza ricoprire un incarico che giustifichi il rilascio di un passaporto diplomatico.
Alcuni stati emettono passaporti ufficiali per alcuni dei loro dipendenti statali quando viaggiano per scopi ufficiali. I portatori di questi passaporti possono in certi casi necessitare di un visto d'ingresso, mentre i portatori di passaporti normali non ne hanno bisogno. Caso esemplare è quello della Francia, dove i passaporti ufficiali necessitano di visto per i viaggi d'affari brevi.
Caratteristiche Tecniche
I passaporti hanno un formato standardizzato. Iniziano con un copertina che identifica la nazione emittente, quindi una prima pagina che ripete i dati della nazione emittente, seguite da altre che forniscono informazioni sul portatore e sull'autorità specifica che lo ha rilasciato. Quindi diverse pagine bianche per permettere alle nazioni straniere di applicare (o stampare) sul passaporto visti o timbri d'entrata o d'uscita. I passaporti sono numerati univocamente.
La copertina è in cartoncino o carta telata e il fondo e i caratteri possono essere dei colori più variegati. Le copertine dei passaporti dei Paesi Membri dell'Unione Europea sono tutti di cartoncino color bordeaux (rosso vinaccia) con i caratteri in oro o in bianco. Lo stile e le dimensioni dei caratteri e dello stemma di ciascuno Stato Membro variano da paese a paese.
Nelle nazioni che utilizzano scritture da destra verso sinistra (paesi di lingua araba, Israele) la cucitura del dorsino del documento è a destra.
In precedenza i passaporti riportavano le informazioni basilari del portatore (cognome, nome proprio, data di nascita, luogo di nascita, ecc.) solo in formato testuale, oltre alla fotografia. In epoca recente essi sono diventati più complessi.
I passaporti leggibili dalle macchine hanno una presentazione standardizzata, avendo una zona dove alcune delle informazioni, riportate in formato testuale in altri punti, sono scritte come stringhe di caratteri alfanumerici, stampati in modo adatto al riconoscimento ottico dei caratteri; cioè possono essere letti da una macchina. Questo permette, per esempio, agli agenti doganali e altre forze di polizia di esaminare questi passaporti rapidamente, senza dover introdurre manualmente le informazioni in un computer, al fine di poter controllare in un database se il passaporto è stato rubato, se il portatore non è ricercato o per registrare il movimento degli stranieri.
I passaporti biometrici portano ulteriori e nuove informazioni riguardanti il portatore in un formato digitalizzato. A partire dall'anno 2005 numerosi paesi membri dell'Unione Europea si sono dotati di passaporti biometrici. I passaporti biometrici solitamente riportano in copertina un simbolo che li identifica come tali.
Il simbolo solitamente presente sulla copertina dei passaporti biometrici
Lingue nei passaporti
Di fatto non esiste una regola unitaria in ordine alle lingue nei passaporti.
Nel 1920 la Conferenza Internazionale sui Passaporti, Formalità Doganali e Lasciapassare decise che i passaporti erano da emettere in francese, considerata all'epoca la lingua della diplomazia, e in almeno un'altra lingua.
Nei giorni nostri numerosi paesi, particolarmente in Asia, emettono passaporti in inglese e nella lingua del paese di rilascio.
Il Belgio permette ai suoi cittadini di scegliere quale delle tre lingue ufficiali (olandese, francese o tedesco) debba apparire per prima sul proprio passaporto, il quale riporta obbligatoriamente le tre lingue ufficiali del regno, olandese/fiammingo, francese e tedesco.
I passaporti emessi da paesi membri dell'Unione europea riportano tutte le lingue ufficiali dell'Unione. Nei paesi membri UE ove le lingue ufficiali sono più d'una (ad es. Malta: il maltese e l'inglese, o l'Irlanda: l'inglese e l'irlandese), le indicazioni sulla copertina del passaporto sono espresse in tutte le lingue ufficiali del paese.
A partire dalla seconda amministrazione Clinton i passaporti degli Stati Uniti, precedentemente emessi in inglese e francese, sono emessi in inglese, francese e spagnolo. Restrizioni Governative
Molti paesi arabi o musulmani non permettono l'ingresso a persone se ci sono prove dell'ingresso in Israele sui loro passaporti. Per aiutare gli stranieri ad aggirare questa restrizione, Israele, se richiesto, non timbra il passaporto in ingresso; questi stessi paesi controllano la presenza di timbri d'uscita emessi dall'Egitto e dalla Giordania nei loro punti di confine con Israele e possono bloccare l'ingresso basandosi solo sulla presenza di questi ultimi. Per esempio può essere impedito l'ingresso a un individuo in certi paesi arabi o musulmani per la presenza di un timbro d'uscita egiziano emesso a Taba, dato che l'unico possibile posto in cui questa persona potrebbe essere diretta da quella dogana è Eilat in Israele. Alcuni paesi annullano i vecchi passaporti e ne emettono di nuovi per i loro cittadini a causa della presenza della prova di una visita in Israele, riconoscendo che quel passaporto è diventato inadatto allo scopo. |