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Il Purgatorio di Dante Alighieri |
La Divina Commedia consta di più di quattordicimila (esattamente 14.223) endecasillabi, distribuiti in cento canti di oscillante ampiezza (da un minimo di 115 a un massimo di 160 versi), raggruppati in tre cantiche quantitativamente prossime:
- Inferno composto di 34 canti (il primo è introduttivo all'intero poema), in totale 4720 versi
- Purgatorio di 33 canti per una somma di 4755 versi
- Paradiso di 33 canti con 4758 versi in tutto
Il Purgatorio è il secondo dei tre regni dell'Oltretomba cristiano visitato da Dante nel corso del viaggio, con la guida di Virgilio. Dante lo descrive come una montagna altissima che si erge su un'isola al centro dell'emisfero australe totalmente invaso dalle acque, agli antipodi di Gerusalemme che si trova al centro dell'emisfero boreale. Secondo la spiegazione di Virgilio (Inferno, XXXIV, 121-126), quando Lucifero venne precipitato dal cielo in seguito alla sua ribellione, cadde al centro della Terra dalla parte dell'emisfero australe e tutte le terre emerse si ritirarono in quello boreale, per timore del contatto col maligno; si creò così la voragine infernale e la terra che la lasciò andò a formare la montagna del Purgatorio, che sorge in posizione opposta all'Inferno. L'isola è collegata al centro della Terra da una natural burella, una sorta di cunicolo sotterraneo che si estende in tutto l'emisfero meridionale e dove scorre un fiumiciattolo, probabilmente lo scarico del Lete. Ritratto allegorico (del 1530 di Agnolo di Cosimo di Mariano, conosciuto come il Bronzino) di Dante che osserva il Purgatorio Ai tempi di Dante il secondo regno era creazione recente della dottrina, essendo stato ufficialmente definito solo nel 1274: secondo alcuni storici della Chiesa tale «invenzione» era dovuta al fine di lucrare sul pagamento da parte dei fedeli delle preghiere, destinate ad attenuare le pene cui i penitenti erano sottoposti (e in effetti Dante sottolinea a più riprese nella Cantica che i fedeli possono abbreviare la permanenza delle anime nel Purgatorio, ma ciò indipendentemente dal denaro versato o meno alle istituzioni ecclesiastiche).
Secondo Dante, le anime destinate al Purgatorio dopo la morte si raccolgono alla foce del Tevere e attendono che un angelo nocchiero le raccolga su una barchetta e le porti all'isola dove sorge la montagna. Qui arrivano su una spiaggia e sono probabilmente accolte da Catone l'Uticense che del secondo regno è il custode; quindi alcune attendono nell'Antipurgatorio un tempo che varia a seconda della categoria di penitenti cui appartengono (contumaci, pigri a pentirsi, morti per forza, principi negligenti). L'attesa può protrarsi a lungo, ma non oltrepassare il Giorno del Giudizio in cui queste anime, comunque salve, accederanno al Paradiso. Terminato il periodo di attesa, i penitenti attraversano la porta del Purgatorio che è presidiata da un angelo, quindi accedono alle sette Cornici in cui è suddiviso il monte. In ogni Cornice è punito uno dei sette peccati capitali, in ordine decrescente di gravità e dunque con un criterio opposto rispetto all'Inferno: essi sono la superbia, l'invidia, l'ira, l'accidia, l'avarizia e prodigalità, la gola, la lussuria. All'ingresso di ogni Cornice ci sono esempi della virtù opposta (il primo dei quali è sempre Maria Vergine), mentre all'uscita ci sono esempi del peccato che si sconta; gli esempi possono essere raffigurati visivamente, dichiarati da delle voci o dai penitenti, rappresentati con delle visioni. Il passaggio da una Cornice all'altra è assicurato da delle scale, talvolta ripide e difficili da salire.
Le anime dei penitenti soffrono delle pene fisiche, analoghe per molti versi a quelle infernali e con un contrappasso, ma con la differenza che i penitenti non sono relegati per l'eternità in una Cornice ma procedono verso l'alto: quando un'anima ha scontato un peccato e si sente pronta a proseguire, passa alla Cornice successiva. Dante rappresenta nelle varie Cornici i peccatori più rappresentativi del peccato che vi si sconta, anche se è ovvio che queste anime stanno compiendo un percorso; il criterio è analogo a quello del Paradiso, in cui i beati si mostrano a Dante nel Cielo di cui hanno subìto l'influsso in vita, mentre normalmente risiedono nella candida rosa nell'Empireo. |
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