UNIONE DI COMUNI "Terre d'Oriente"
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UNIONE DI COMUNI "Terre d'Oriente"

 
UNIONE DI COMUNI

 Otranto   
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L'unione comunale è un ente territoriale di secondo grado regolata dal decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, che recepisce la legge 3 agosto 1999, n. 265, in particolare dall'articolo 32 dal titolo Unione di comuni.

Cinque commi dell'articolo 32 definiscono le Unioni dei Comuni in maniera sintetica e precisa, dando la massima flessibilità all'interno di poche regole precise.

Nel primo comma si definisce l'unione come costituita da due o più comuni che devono essere contigui con un obiettivo chiaro: esercitare congiuntamente una pluralità di funzioni di loro competenza. Ciò significa che i singoli comuni si uniscono e delegano alle unioni dei compiti precisi.

L'Unione deve avere un atto costitutivo e uno statuto. Lo statuto deve avere alcune caratteristiche:

  • deve essere approvato dai singoli consigli comunali con procedure e maggioranze previste per le modifiche statutarie;
  • deve definire gli organi e le modalità per la loro costituzione;
  • definisce le funzioni svolte dall'unione e le risorse di finanziamento;
  • Il presidente deve essere scelto fra i sindaci eletti;
  • Gli altri organi previsti devono essere composti da consiglieri o membri delle giunte con la presenza delle minoranze;

L'Unione decide al suo interno i regolamenti per la propria organizzazione ed i rapporti con i singoli comuni. Il decreto conclude disponendo che le Unioni seguono le regole ed i principi previsti per i comuni, evidenziando che i componenti degli organi non possono eccedere le disposizioni relative ai comuni con la popolazione complessiva delle amministrazioni locali associate. Ultimo, ma fondante dei poteri delle unioni è la destinazione di tutti gli introiti che derivano da tasse, tariffe e contributi dovuti per i servizi delegati dai comuni.

Scopo dell'UNIONE DI COMUNI "Terre d'Oriente" è la salvaguardia, la tutela e la valorizzazione del territorio. In particolare l'UNIONE vuole far conoscere, al grande pubblico, la Natura, l'Arte e la Storia dei 5 cinque comuni che ne fanno parte.

UNIONE DI COMUNI "Terre d'Oriente"

 

 
 

Dolmen Stabile

Giurdignano, luogo della memoria per via dei megaliti, conserva testimonianze dell'epoca romana e bizantina. Divenne, poi, un ambito feudo. Oggi conserva le antiche tradizioni del Salento

GIURDIGNANO
Giurdignano è un luogo dalle antichissime origini. Frequentato in epoca romana, come testimoniano i resti di una necropoli di età imperiale del II-III secolo dopo Cristo rinvenuta in località Cantalupi, divenne uno dei luoghi d'elezione dei monaci italo-greci che qui hanno lasciato preziosissime testimonianze. In seguito fù un ambito feudo con castello. Nel 1192 Tancredi d'Altavilla, Conte di Lecce e Re di Sicilia infeuda Giurdignano a Niccolò De Noha a cui succede il figlio Guglielmo che nel 1269 viene privato del feudo da Carlo I d'Angiò che lo dona a Erardo Fremi da cui passa nel 1272 a Filippo De Tuzziaco. A lui successe il figlio Ezelino, quest'ultimo morì subito dopo ed i parenti non vollero venire in Italia per prendere possesso dei suoi beni. Per tanto -con regio diploma del 23 gennaio del 1273- i beni furono devoluti in toto alla Regia Corte. Fu Filippo d'Angiò ad infeudare Giurdignano al suo medico personale Giacono Pipino, feudo confermato poi da Re Carlo II d'Angiò. Nel 1323 a Giacomo Pipino subentrò Guidone Sambiasi che sposò in prime nozze Filippa di Roberto Cerasoli da cui ebbe sei figli: Letizia, Megalia, Violante, Roberto (che fu barone di Melpignano e Torchiarolo) Rinaldo, Filippo (che fu Barone di San Vito e Torchiarolo e sposò in seconde nozze, nel 1334, Caterina dell'Antoglietta).

Chiesa dell'Annunziata

Muro, una delle più antiche e potenti città messapiche, conserva nella sua storia e nei suoi monumenti numerose delle infinite trame tessute dalla storia meridiana in questa terra di frontiera

MURO LECCESE
Sono tanti i particolari che sottolineano le antichissime origini di Muro Leccese. Le testimonianze dell'età del bronzo e di età neolitica ancora visibili in molte zone oppure oppure i cantieri di scavo che confermano la presenza di insediamenti precedenti l'epoca messapica. Ma è con quest'ultima civiltà che Muro diviene una vera e propria città. Anzi è la città messapica più grande sinora scoperta. Fu questo popolo proveniente dall'Illiria che, a partire dal VI secolo a.C. trasformò l'abitato di Muro (Mios) in un centro urbano con case regolamentare allineate lungo le strade ed una possente cinta muraria che risulta ancora visibile per lunghi tratti. La cittadina deve probabilmente il suo stesso nome ai resti della possente cerchia muraria. Non è un caso se -raggiungendo la zona Sitrie- si notano le profonde tracce delle antiche carreggiate: qui c'era l'antica Porta Nord. Allo stesso modo, verso la "Palombara" gli scavi hanno riportato alla luce resti di capanne dell'età del Ferro e tracce di strutture abitative del IV - III secolo a. C.

Il Rosone della Cattedrale

Otranto, il punto più ad Oriente d'Italia, è da millenni una città-porto, da sempre porta per l'Europa e per l'Oriente. Sono tanti coloro che hanno scoperto il fascino di questa città portandoselo per sempre nel cuore, oppure espriemendolo nelle loro opere. Da Maria Corti a Carmelo Bene, per una serie di artisti ed intellettuali Otranto è stato e rimane luogo dell'anima.

OTRANTO
Nel terrotorio di Otranto sono molti i luoghi che -osservati attentamente- regalano visioni di mondi perduti. Come le grotte del Cervo, di epoca neolitica, in cui i graffiti di ocra e guano sembrano narrare di ancestrali riti d'iniziazione; i megaliti che dal Capo d'Otranto s'inoltrano nell'interno della penisola salentina; i resti dellà civiltà dei Messapi, degli Iapigi, degli Haethey, i riferimenti ai misteriori Pelasgi. Essi costituiscono la storia delle origini, custodiscono la memoria più profonda di questo luogo. Ma vi è un altro tempo, differente da quello umano che ad Otranto narra le sue storie. E' quello delle ere geologiche testimoniate dal pinguino boreale, dall'equus caballus hydruntinus e dai numerosi fossili affiorati nella valle di Sant'Emiliano. Il nome è di derivazione greca, costituito dalle parole acqua e monte. Anche lo sguardo del visitatore più distratto sente subito la forza che ad Otranto producono la sedimentazione e l'intreccio delle innumerevoli "tracce di passaggio" di popoli e idee. Percorrendo il centro storico della città dove strade e vivoli si inseguono dando luogo ad innumerevoli dialetti architettonici incontriamo Lei, "La signora di Otranto" dice M. Corti. E' la Cattedrale dell'XI sec. che, grazie al rigore formale tipico del romantico gotico pugliese, riesce a dare forma spaziale all'elemento più incorporeo che esista: la luce. All'interno conserva il più grande mosaico d'Europa. Le maestranze chiamate da Guglielmo il Malo, prete Pantaleone, avranno avuto sicuramente l'incarico di comporre una bibita pauperum, ma non lo fecero, costruirono, invece, un insieme di simbologie e leggende attinenti al sacro, al cristianesimo universale, cosmico; così ad esempio, il grande Arbor Vitae si regge sugli elefanti, termina con Adamo ed Eva, è l'Axis Mundi, l'Albero della Croce piantato sul Calvario, l'albero della conoscenza del Bene e del Male: comprende in se tutti gli alberi sacri.

Chiesa Matrice della Trasfigurazione

Poggiardo è uno dei luoghi della memoria del Salento. L'antica città di Bastae, le cripte dei monaci, il centro storico ricco di palazzi gentilizi.

POGGIARDO
Poggiardo è uno dei luoghi della memoria del Salento. Basti pensare all'antica città messapica di Bastae. Questo antico insediamento arrivò ad estendersi per circa 3350 metri, circoscrivendo una superficie di oltre 77 ettari. Quest'area è oggetto di studio da parte del Prof. D'Andria di Lecce da oltre 15 anni. Dall'oblio dei millenni sono emersi, sin dall'Ottocento, capolavori quali il monumentale "Ipogeo delle Cariatidi" composto da una enorme tomba a camera con l'accesso decorato da cariatidi. Oppure il "tesoretto" costituito da un'enorme quantità di monete antiche. Ma anche oggetti di uso quotidiano quali suppellettili e giochi antichi. Da Vaste alla nascita di Poggiardo passano diversi secoli. E' nel medioevo, infatti -intorno al XII secolo- che Vaste subisce un'opera di distruzione da parte delle truppe di Guglielmo il Malo. E' a questo punto che gli abitanti si trasferiscono nei villaggi presenti nei dintorni della città: Puzze, Soranello, Casicalvi e Poggiardo.

Chiesa Madre

L'origine di Uggiano La Chiesa è incerta, i ritrovamenti archeologici attestano la presenza dell'uomo sin dall'età del bronzo e, i menhir ne sono la più visibile icona.

UGGIANO
La formazione del borgo è ascrivibile all'età del bronzo con, nelle zone oggetto di interazione, presenza di industria allo stato erratico. E' utile precisare che non può ritenersi corretto ricondurre i riferimenti storici, specie se di epoca preistorica, nei confini attuali del territorio comunale per non svilire il sistema di interralazioni, scambi, comunicazioni, su cui si è fondato nel tempo, il carico organizzativo socio-economico dell'intorno insediato. Sono presenti nel feudo testimonianze di importanti insediamenti rupestri Brasiliani, oggi riscontrabili solo in forma ipogea, con organizzazione a laura nella zona Casitrane - Molino a Vento, con Chiesa Cripta di San Solomo (oggi S.Elena). Un analogo insediamento anche se di spessore minore, ai confini con il territorio di Otranto, in località Monte S.Angelo, testimonia la notevole attività della presenza bizantina in Terra d'Otranto, di rilevante importanza anche per l'organizzazione civile. Negli stessi luoghi ed all'interno degli abitati sono spesso di ottima conservazione Frantoi Ipogei. Alcuni conservano ancora leggibilità dell'organizzazione esterna, costituita da canalizzazione di varia foggia per l'utilizzazione e la raccolta delle acque zenitali.

 

 
 
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